L’utilizzo dell’acciaio nel consolidamento delle strutture, è una delle scelte possibili nell’articolato e spesso confuso panorama dei materiali che ci vengono proposti per l’intervento di “risanamento” strutturale, nel quale alcune tecnologie vengono presentate come cure miracolose.
Nella conservazione degli edifici di valenza storica la scelta dell’acciaio ed in modo particolare dell’acciaio inox, sta assumendo un ruolo centrale e ciò a buona ragione per tutta una serie di evidenti vantaggi: ridotto ingombro, costi contenuti, grande resistenza, immediata riconoscibilità e reversibilità dell’intervento e da ultimo una durabilità confrontabile con quella della struttura che lo contiene.
Viene spesso paventata una presunta incompatibilità dell’acciaio con i materiali che fanno parte della fabbrica storica. Se ne critica spesso, e talora senza ragione, la differente rigidezza e la ridotta durabilità nel tempo. Riguardo alla rigidezza è certamente vero che, come materiale, l’acciaio è più rigido della muratura (vale a dire a parità di parametri geometrici si deforma meno della muratura) ma è da osservare che le quantità di nuovo materiale in gioco sono assolutamente ridotte rispetto a quelle del materiale originario. La rigidezza globale non può risultare pertanto particolarmente diversa da quella globale della struttura prima dell’intervento.
Riguardo alla durabilità, si deve riconoscere che nel recente passato, e talora anche oggigiorno, l’uso improprio del materiale acciaio, soprattutto se poco protetto, ha portato a fenomeni gravissimi di degrado a danno del materiale stesso e della fabbrica nel quale è stato utilizzato. Questo però non significa che non si possa utilizzare l’acciaio nel consolidamento di edifici monumentali; significa solo che in certi casi è stato usato male, come è successo con tutti gli altri materiali impiegati nel consolidamento, legno, calcestruzzo ed oggi i materiali sintetici di varia natura.
L’acciaio in generale non solo è compatibile con l’edilizia storica da un punto di vista sia di resistenza che di rigidezza ma, nel particolare caso dell’ acciaio inox, anche il pregiudizio della scarsa durabilità risulta del tutto infondato.
Dal medioevo in poi l’impiego di catene, cerchiature, grappe ed elementi metallici di connessione si è diffuso come soluzione privilegiata per assorbire gli sforzi di trazione prodotti dalla componente orizzontale delle forze negli archi e nelle cupole, oppure per migliorare collegamenti difettosi o per ripristinare quelli del tutto mancanti. Esempi illustri si possono rintracciare in numerosi monumenti del passato. Si pensi alle componenti metalliche adottate per la cupola di S. Maria del Fiore nel progetto di Brunelleschi; si pensi ai molti interventi del passato per gli incatenamenti di archi e volte spingenti o per la cerchiatura di colonne fessurate.
La scelta di componenti metalliche, sia in interventi di consolidamento a posteriori, sia all’atto stesso della costruzione della fabbrica, ha frequentemente caratterizzato l’edilizia storica.
Sostenere l’incompatibilità tra acciaio e muratura è quindi una forzatura contraddetta dalla presenza stessa degli edifici storici.
Superato questo pregiudizio, fortunatamente sempre meno presente nel mondo del restauro e della conservazione, quello che interessa è invece dimostrare come l’acciaio sia un materiale capace di risolvere, con efficienza e talora con eleganza, gran parte dei problemi statici.
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