Il Progetto come un insieme di operazioni che consentano di organizzare risorse scarse per ottenere un valido obiettivo. Nel progetto di Restauro, la risorsa scarsa è il passato. La Tutela come insieme di interventi indiretti sul bene di interesse, per ottenere la sua protezione. Anche gli atti conoscitivi che divulghino l’importanza di un bene, come il rilievo, la schedatura, il censimento e l’indagine storica, sono atti di tutela. LaConservazione come la rimozione e il rallentamento delle cause di degrado che inficiano la salute di un bene. Non si tratta di un atto compiuto una volta per tutte, ma esercitato nel tempo come trasformazione controllata. Il Riuso come la ridefinizione, condivisa in un progetto, di un ruolo che si vuole attribuire ad un edificio. Un uso compatibile è il fondamento della conservazione, in cui trova spazio anche l’inserimento del nuovo.
Il manufatto eseguito dall’uomo, con determinati strumenti, tecniche e materiali, deve essere conservato perché riconosciuto come irripetibile; i processi impiegati per costruirlo sono scomparsi o rari. Tale concezione rimanda al valore di antichità di cui parlava Alois Riegl in “Il moderno culto dei monumenti. La sua essenza, il suo sviluppo” (1903), (Der moderne Denkmalkultus, sein Wesen, seine Entstehung). In particolare,“[…] dalla mano umana esigiamo la produzione di opere concluse come simboli del divenire necessario e regolare, dalla natura che agisce nel tempo esigiamo il degrado di quel carattere concluso come simbolo dell’altrettanto necessario trascorrere. Nelle opere umane recenti disturbano i segni del trascorrere del tempo nello stesso modo in cui nelle opere antiche ci disturbano i segni di nuovo divenire.”
L’edificio, in cui si contrastano vetustà e novità, è da ritenersi un palinsesto nel quale sono presenti i segni della sua storia. Tale concetto di monumento-documento è stato rafforzato dalla scuola francese Les Annales, derivando da qui la cultura materiale, la lettura delle tracce e dei segni (la stratificazione storica) come memoria dei fatti. E’ quindi fondamentale la comprensione e la conservazione di questi segni, poiché rappresentano gli elementi attraverso i quali si esprime il primo valore di testimonianza del Bene. Le trasformazioni devono, di conseguenza, essere limitate allo stretto necessario, con il solo scopo di eliminare le cause di degrado e dissesto.
In tempi più recenti è nato il termine di Bene Culturale come ogni testimonianza prodotta dall’uomo avente valore di civiltà. Tale definizione sancisce definitivamente il concetto della necessità della tutela estesa e della Conservazione; in architettura, anche per l’edilizia diffusa o ritenuta “minore”.
Il progetto di Restauro conservativo di un edificio ha o dovrebbe avere caratteristiche specifiche del tutto differenti da quelle del progetto del “nuovo”. Ciò presuppone delle conoscenze specialistiche che devono tradursi in determinati atti progettuali. Un corretto progetto incomincia molto prima della stesura delle tavole esecutive, attraverso un’ampia fase di conoscenza preliminare, senza la quale vengono meno i presupposti per le giuste valutazioni operative. Questa fase deve mostrare oggettivamente quali siano le cause di degrado o di dissesto che inficiano la conservazione del Bene.
Affiancato al progetto di restauro conservativo delle materie, tra le quali s’intendono anche le finiture e le coloriture storiche (il colore è materia), in un’architettura è fondamentale anche recuperare il valore d’uso, aggiornato ai vincoli normativi. E’ quindi determinante il controllo del nuovo inserimento che si affianca alla materia storica conservata (sia per parti architettoniche che per interventi di consolidamento strutturale). Esistono differenti categorie concettuali per considerare questo tipo di problema. Parlando, invece, in termini di temi progettuali è importante una progettazione capace di confrontarsi con alcune categorie di valore, quali : reversibilità, non-invasività, riconoscibilità, sperimentatezza,compatibilità, congruenza ecc.
In particolare, per quanto riguarda la compatibilità, è possibile una sua valenza estesa, non solamente all’edificio e alle materie di cui è composto (fisica, chimica e meccanica), ma al contesto in cui esso si inserisce, all’ambiente in senso generale.
Questa considerazione permette di conciliare e controllare tematiche che potrebbero sembrare lontane tra di loro, come appunto la conservazione di elementi storici, la compatibilità ambientale dei materiali in opera, il risparmio di risorse, il contenimento energetico. Vedremo come in un altro articolo.